Intorno al 1700 alcuni abitanti di Casale del Faro (Faro Superiore), essendo terminate le incursioni saracene e piratesche, si stabilirono a Capo Peloro in quanto essendo per lo più pescatori potevano vivere vicino alle loro barche, reti e strumenti da pesca, potendo così dedicarsi a tempo pieno al lavoro sul mare.
Ebbe così inizio la nascita del nuovo villaggio che venne chiamato Torre Faro. Poichè a quell’epoca il mare era molto pescoso ed offriva un’ottima fonte di guadagno, il paese andò ingrandendosi sempre più e nel 1747 venne costruita la chiesa della Sacra Lettera a cui l’arcivescovo di Messina concedette l’autonomia mentre i pescatori e tutti gli abitanti s’impegnarono a versare una quota dei loro guadagni per sostenere l’allora piccola cappella.
A nord dell’abitato vi era il faro, nell’antica Torre di Peloro, chiamata in seguito, quando riadattata a fortino dagli inglesi che temevano uno sbarco delle truppe napoleoniche, appunto Torre degli Inglesi, conservando la caratteristica forma a fiaccola. Alla fine dell’800, rimasto solo in funzione di fortino, il faro venne sostituito da una lanterna un po’ più a sud che venne poi distrutta dal terremoto del 1908 e quindi riedificata più alta e moderna.
Nello stesso tempo, quasi sulla spiaggia di Punta Sottile, così è chiamata la lingua di sabbia di Capo Peloro, venne edificato un “lanternino” dal lato Ionio, con luce verde e rimosso poi con la costruzione del Pilone. Rimane tuttora la struttura cilindrica di cemento, recintata in ferro con relativo cancelletto ed è ricovero di anziani e giovani che al riparo del sole e del vento conversano del mare e col mare. Il Pilone è a 50m. di distanza.
Esso, insieme a quello di fronte, in Calabria, è un’opera di grande ingegneria. E’ alto 224m. Con 1150 scalini. Realizzato negli anni ‘50 del secolo appena trascorso ed inaugurato nel dicembre del 1955 quale ponte di collegamento per la fornitura di energia elettrica tra la Sicilia ed il Continente, è stato poi sostituito dall’Enel con cavi sottomarini ed i suoi conduttori sono stati dismessi nel 1994. Le due strutture sono rimaste quali simboli monumentali. La Punta non poteva rimanere senza il suo traliccio che ora con dei potenti fari viene illuminato nottetempo ottenendo un impatto ambientale stupefacente.
Il villaggio è andato via via crescendo, dopo la distruzione del terremoto del 1908 e dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, disordinatamente, senza un preciso piano regolatore, tra i due mari e i laghi, bonificati nell’800 dagli inglesi che aprirono canali di comunicazione col mare e che consentirono di liberare i pantani dalla malaria, grazie al ricambio delle acque. Oggidì in essi vi è una fiorente produzione di cozze, vongole e frutti di mare.
Ancora nell’800 esisteva un terzo pantano, tra quello di Faro e quello di Ganzirri, che dalla contrada Due Torri si estendeva , lato mare, per tutto il rettifilo di Granatari e che venne prosciugato ed ora vi sorge la contrada Margi con molti terreni agricoli. Pure in quegli anni sono stati realizzati i due rettifili, quello che dalla rotonda di Granatari va verso sudest in direzione Due Torri e quello in direzione est verso Torre Faro.